Diritto di abitazione – vivere per tutta la vita nella propria casa

È possibile richiedere un diritto di abitazione per garantire la propria situazione abitativa in caso di morte. Il diritto di abitazione è il diritto di abitare un edificio o parte di esso. A differenza dell'„usufrutto“, l'uso del diritto di abitazione è personale e non cedibile.

Come viene concordato un diritto di abitazione?

Il diritto di abitazione consiste nel diritto di abitare in un edificio o in una parte di esso (art. 776 cpv. 1 CC, diritto di abitazione). Il diritto d’uso nasce tramite l’iscrizione nel registro fondiario. La base giuridica per l’iscrizione nel registro fondiario è un contratto per atto pubblico o una disposizione testamentaria (testamento). Trovate un esempio di formulazione di una tale clausola nel nostro downloadcenter.

Differenze con l’usufrutto

Una possibilità alternativa è l’usufrutto (vedi anche: Usufrutto – uso senza proprietà). Il diritto di abitazione e l’usufrutto hanno molte somiglianze. Una differenza importante sta nella cedibilità dell’usufrutto: a differenza del diritto di abitazione strettamente personale, l’usufruttuario non deve necessariamente utilizzare lui stesso i locali, ma può anche affittarli a terzi. Ha anche il diritto di amministrazione, ma oltre che le spese di manutenzione deve anche pagare i premi di assicurazione, gli interessi ipotecari e le imposte.

Il beneficiario dell’usufrutto, invece, non solo deve pagare le imposte sul valore locativo come reddito aggiuntivo, ma deve anche pagare le imposte sul valore ufficiale dell’immobile. Se sia più adatto un usufrutto o un diritto di abitazione deve essere valutato caso per caso. La scelta dipende fortemente dalla singola situazione familiare e finanziaria.

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